La Cina tra Mao e gli Smartphone: viaggiare nel cuore delle contraddizioni

La Cina tra Mao e gli Smartphone: viaggiare nel cuore delle contraddizioni

 

Perché viaggiare in Cina significa affrontare i paradossi

Un viaggio in Cina non è mai una semplice vacanza: è un’immersione in un universo di contraddizioni che ti sorprende appena atterri. Da una parte, le infrastrutture futuristiche, i grattacieli che sembrano scenografie cyberpunk, i QR code che regolano ogni acquisto. Dall’altra, l’ombra di Mao Zedong, morto da quasi cinquant’anni ma ancora onnipresente nelle piazze, nei musei e persino nei mercatini turistici.

Come racconta Theo Mareco nel suo libro Cina. Viaggio audace nel cuore della Cina tra metropoli, leggende e contrasti (disponibile qui), la Cina non è un Paese da “visitare”, ma un organismo politico e culturale che costringe chi vi entra a ridefinire le proprie categorie.


Mao oggi: tra reliquia sacra e gadget kitsch

Nonostante la Cina si proietti verso il futuro, Mao non smette di essere parte del presente.

  • Nei mercatini si trovano accendini musicali con il suo volto, orologi e tazze da tè kitsch.
  • Piazza Tian’anmen, il suo ritratto domina ancora l’ingresso della Città Proibita.
  • Nel Mausoleo, milioni di persone ogni anno sfilano per osservarne il corpo imbalsamato.

La contraddizione è lampante: Mao aveva chiesto di essere cremato, ma il Partito ha deciso diversamente. Serviva un corpo, serviva un mito tangibile.


La Cina e l’arte di riscrivere la storia

Il libro di Mareco mostra con chiarezza la straordinaria capacità della Cina di riscrivere la storia in tempo reale.

  • La Rivoluzione Culturale diventa “30% errori, 70% successi”.
  • Tian’anmen non viene menzionata.
  • Il Grande Balzo in Avanti viene ridotto a “tre anni di calamità naturali”.

Mao, in questo contesto, è diventato un palinsesto vuoto: ognuno vi proietta sopra ciò che desidera, dalla nostalgia all’ironia dei meme su Douyin (il TikTok cinese).


Xi Jinping e il culto digitale: dal libretto rosso all’app di Stato

Se Mao governava con slogan e folle oceaniche, Xi Jinping ha trasformato il controllo in un gioco algoritmico.

  • Con l’app “Xuexi Qiangguo”, i funzionari accumulano punti leggendo articoli e guardando video sul pensiero di Xi.
  • Il sistema di credito sociale premia chi paga le tasse e punisce chi attraversa col rosso o critica il governo online.

È la gamification dell’autoritarismo, come osserva Mareco: il cittadino modello non è più il rivoluzionario, ma l’ottimizzatore di punteggi.


Viaggiare in Cina significa specchiarsi in noi stessi

Un viaggio in Cina diventa inevitabilmente uno specchio delle nostre contraddizioni. Ci scandalizziamo per la sorveglianza di massa, ma accettiamo che Google e Facebook raccolgano i nostri dati. Critichiamo il credito sociale, ma viviamo immersi in punteggi bancari e rating digitali.

La differenza? La Cina lo dichiara esplicitamente. Noi preferiamo raccontarcela in altro modo.

Come scrive Theo Mareco:

“Il vero shock culturale non è scoprire quanto la Cina sia diversa, ma quanto, sotto la superficie, sia inquietantemente familiare.”


Perché leggere Cina. Viaggio audace nel cuore della Cina tra metropoli, leggende e contrasti

Se cerchi un libro che vada oltre le guide turistiche tradizionali, questa è la scelta giusta. Theo Mareco offre una prospettiva brillante, tagliente e insolente: una Cina raccontata attraverso Mao, Xi, le sue metropoli spettacolari e i suoi villaggi dimenticati.

👉 Scoprilo qui: Cina. Viaggio audace nel cuore della Cina tra metropoli, leggende e contrasti di Theo Mareco.

Un libro che non solo ti guiderà in un viaggio in Cina, ma ti metterà davanti a un interrogativo scomodo: quanto, davvero, siamo diversi da ciò che critichiamo?

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